Lucy è quel che si potrebbe definire un caleidoscopio ben orchestrato. Tante immagini che si susseguono in un vortice di colori affascinanti, che lasciano lo spettatore a osservare estaticamente la vita nelle sue forme più variegate. Chiaramente, sarebbe bello che il caleidoscopio avesse in se una storia lineare e definita, priva di esagerate sequenze cinematografiche.
Purtroppo, la speranza risulta vana.
La natura di questa pellicola è decisamente in grado di affascinare lo spettatore, similmente a una lampada luminosa per degli insetti. Tuttavia, appena la luce viene spenta, rimane veramente poco di quei novanta minuti seduti alle poltroncine del cinema.
Se le premesse risultavano interessanti, anche se scientificamente poco esatte (ma d'altro canto non ci aspettiamo verosimiglianza in questi casi), non sono state sfruttate adeguatamente.
Scene di inseguimenti con automobili, sparatorie molto scenografiche e fredda determinazione dei personaggi, sia buoni che cattivi, costruiscono una storia esagerata priva di vere sorprese. L'emotività è bandita quasi completamente, a parte un paio di scene subito sommerse da una nuova sequenza adrenalinica.
I personaggi secondari fanno parte dello sfondo e vivono la storia ai margini, persino Morgan Freeman, mentre l'attenzione si focalizza completamente su Lucy, ovvero Scarlett Johansson, che regala una grande interpretazione, superiore al film stesso.
Il finale, che qui non racconto, lascia l'amaro in bocca, con un messaggio che cerca in ogni modo di essere compreso, ma rimanendo poco chiaro fino in fondo, mostrando come disperatamente abbiano cercato di ridonare un barlume di profondità alla trama.
Da vedere certamente, ma non apprezzato completamente.
Echo