Una ripresa dei campionati mondiali di arcade inviata nello spazio come descrizione della razza umana viene fraintesa dagli alieni a cui era destinata. Interpretata come una dichiarazione di guerra, essi inviano un esercito composto dai personaggi dei videogiochi da sala per sfidare al meglio di tre la Terra. Solo i finalisti del campionato, ora adulti dalle esistenze molto diverse, possono combattere e vincere.
Guardare un film di Adam Sandler richiede obbligatoriamente di abbassare i propri standard fin dall'inizio e anche per Pixels vale questa regola, caratterizzandosi come misto incoerente fra action movie e commedia, senza mai sbilanciarsi da una parte o dall'altra.
Questa anarchica confusione è la cifra stilistica della pellicola, che per lo meno non cerca mai di nasconderlo.
Battute e scenette ridicole affollano la narrazione, spesso sembrando più gettate alla rinfusa, per la semplice soddisfazione di sceneggiatori e cast, non permettendo alla pellicola di raggiungere la compattezza di cui avrebbe bisogno per sembrare un prodotto completamente finito.
Una buona quantità di scene d'azione comunque sono state ben confezionate, come la corsa di Pac-man o la battaglia contro Centipede, e il buon lavoro sull'animazione degli effetti speciali aiuta a dare valore alla storia.
Tuttavia, come già detto, le aspettative vanno ridimensionate. Fatto ciò, resta quel che davvero è questo film, ovvero una sgangherata miscela eterogenea di generi e gag, nel quale le citazioni dei magici anni '80 servono spesso più a ricordare con nostalgia e allegria un periodo della nostra infanzia, che ad aggiungere qualcosa in più, destino condiviso, per esempio, dal tenero Qubert, dal cane di Duck Hunt e da Mario. Visto sotto quest'ottica si può apprezzare come semplice sfornatore di risate gratuite e di memorie, che non pretende nulla dallo spettatore, se non leggerezza e relax.
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