mercoledì 16 settembre 2015

CINEMATICO: INSIDE OUT

Inside Out è esattamente quel che promette: una giostra di emozioni multicolore.
Che lo spettatore sia un bambino o un adulto, è impossibile non si immedesimi nelle vicende della undicenne Riley, obbligata a scontrarsi con la sua nuova vita a San Francisco, in seguito al trasloco della sua famiglia.
Infatti, scorrono per tutto il film situazioni, problematiche e sfide che ognuno di noi ha affrontato durante la propria crescita, o che, per i più piccoli, si stanno per affrontare.
I sentimenti, una volta semplici e lineari, all'affacciarsi dell'adolescenza si complicano e si trasformano, e non sempre sono facili da affrontare con coraggio.
Il viaggio di Gioia e Tristezza, disperse all'interno della mente di Riley, diventa quindi un percorso di crescita e un modo per comprendere se stessi, anche attraverso ai nostri mutamenti, indicati nel film dallo smantellamento delle fantasie puerili e alla nascita di nuovi interessi.

Lo studio per la resa migliore della mente, fin negli angoli più reconditi, è divertente e ben riuscita, localizzando un luogo idealizzato per ogni parte di essa, dipinta con toni delicati e sapientemente organizzata, mentre i personaggi, che risultano interessanti e sfaccettati, si muovono al suo intero e vi si addentrano, in una fuga disperata per ritornare alla postazione di comando e restituire equilibrio alla ragazzina.

Interessante l'approfondimento scientifico della psiche, che non lascia nulla all'approssimazione, utilizzando anche i termini tecnici specifici nel modo migliore, inserendo nozioni qua e là per incuriosire e istruire.

Insomma, emozionante.

giovedì 10 settembre 2015

CINEMATICO: OPERAZIONE U.N.C.L.E.

Quando sull'Europa della Guerra Fredda incombe il pericolo di una nuova guerra nucleare, l'agente segreto americano Napoleon Solo e il suo collega russo Ilya Kuryakin devono mettere da parte le proprie divergenze e nazionalità per collaborare alla risoluzione della crisi, in un mondo che ancora si sta riprendendo dalla Guerra Mondiale.

Seguendo il trend dell'ultimo periodo, che vede sempre più romanzi e, come in questo caso, serie televisive, sul grande schermo cinematografico, l'Organizzazione U.N.C.L.E (o The Man From U.N.C.L.E, se vogliamo attenerci al nome originale), classe '64-'68, riceve una rispolverata in stile Guy Ritchie, senza però, per fortuna, perdere la propria anima.
Infatti, in un'epoca come la nostra, durante la quale i film di spionaggio hanno sempre più assunto la forma di sparatutto adrenalinici, che con il famoso charme e stealth cui la nostra immaginazione è ancora legata per la professione di agente segreto, hanno a che fare poco o nulla, è bello ritrovare un tocco di eleganza nel genere suddetto.

Guy Ritchie gioca con le luci e le inquadrature per dirigere lo sguardo dello spettatore, nell'intento di sedurre con toni retrò, che fanno sentir nostalgia di Marlon Brando e di Elizabeth Taylor. Infatti gli anni '60 si sprigionano in ogni momento della pellicola, dagli abiti sartoriali maschili e geometrici e colorati per le donne, ai dialoghi e le location, la maggior parte delle quali sono italiane, la bella roma, città eterna, con le vespe, il calcio, i monumenti, e le canzoni della nostra musica leggera, che monopolizzano la colonna sonora.

Henry Cavill e Armie Hammer, rispettivamente Napoleon Solo e Ilya Kuryakin, si calano alla perfezione nel proprio ruolo, l'uno il ladro affascinante e seduttore, l'altro l'agente sovietico tormentato dal proprio passato.
I colpi di scena sono ridotti, ma distribuiti in modo da non permettere allo spettatore di appisolarsi, mentre l'umorismo prettamente britannico riesce a far ridere nei momenti giusti con il gusto giusto.

Insomma, una pellicola ben riuscita, godibile, senza la necessità di colpire con esplosioni e inseguimenti distruttivi.