"Mutui subprime", "CDO", "mercato immobiliare" furono alcune delle parole d'ordine del 2008, anno in cui le banche e Wall Street crollarono sotto il peso delle obbligazioni bancarie sui mutui immobiliari e delle manipolazioni da loro commesse, provocando la crisi economica di cui ancora oggi sentiamo gli effetti a livello mondiale.
Tratto dal libro del giornalista finanziario Michael Lewis, il film segue le vicende di un gruppo di investitori che prima di tutti si resero conto dell'imminente collasso finanziario e decisero di scommettere contro il mercato immobiliare. Individui diversi che entrarono in contatto spesso senza accorgersene, interagendo attraverso una rete di informazioni e di coincidenze, di voci di corridoio e azzardi.
La Grande Scommessa si pone prima di tutto l'obiettivo di chiarire al grande pubblico gli eventi di quel periodo e di rendere accessibili i termini e le modalità di quel sistema bancario, che nella sua corruzione compromise l'economia mondiale. Gli espedienti utilizzati sono di grande intelligenza e simpatia, non curandosi della logica cinematografica tradizionale, ma creando il giusto misto fra documentario, commedia e denuncia. La narrazione viene quindi inframmezzata da spezzoni video di telegiornali e cultura pop di otto anni fa, mentre personalità di ogni genere (da Selena Gomez allo chef Bourdain, da Margot Robbie all'economista Richard Thaler) si incaricano di fornire spiegazioni ai termini più complessi, attraverso esempi fisici di tutti i giorni, richiamati come deus ex machina dalla voce di Ryan Gosling, che ogni tanto si distacca dalla storia per rompere la quarta parete e rivolgersi direttamente alla platea, in una eco di The Wolf of Wall Street.
La storia non presenta eroi, ma uomini medi che seppero prevedere e sfruttare la crisi in modo da uscirne almeno loro vittoriosi, e persone come Mark Baum (Steve Carell) e Ben Rickert (Brad Pitt), disillusi e pessimisti nei confronti di un sistema corrotto, desiderosi solo di ottenere vendetta per i torti subiti.
La regia di McKay è quindi vincente, catturando con simpatia, ma senza perdere di vista l'obiettivo primario, esporre gli eventi come davvero accaddero e l'immoralità che consumò i piccoli risparmiatori per avidità.
Gli interpreti sono stati all'altezza del compito, sia i più esperti che i più giovani, come Finn Wittrock e Hamish Linklater, sul grande schermo Jamie e Porter. Menzione speciale per Ryan Gosling, che fa suo il ruolo di cinico e ambizioso investitore, e di narratore della storia, compito assolto con malizia e piacioneria, e Christian Bale, interprete del manager Burry, eccentrico e problematico nei rapporti interpersonali, che infatti si è guadagnato con merito la nomination agli Oscar.
Un film necessario per ricordare che a pagare tutti i giochi di Wall Street sono le vite di persone innocenti, soprattutto poiché, come ci viene ricordato poco prima dei titoli di coda, i CDO, i prestiti che incominciarono tutto, vengono venduti nuovamente dal 2015 sotto un nome diverso, dimostrando che imparare dai propri errori è l'atto più difficile di tutti.
Nessun commento:
Posta un commento