sabato 7 settembre 2013

CINEMATICO: OBLIVION

Ogni tanto, nella vita quotidiana, quando devo decidere se agire in un determinato modo, mi dico "perchè no?", ed è la stessa domanda che il regista Joseph Kosinski sembra essersi posto. Commettendo, purtroppo, un grosso sbaglio.

Non è la realizzazione che viene messa in discussione, anzi, il reparto effetti speciali merita il giusto apprezzamento. I luoghi e le tecnologie sono molto accattivanti e risollevano, almeno in parte, le sorti della pellicola.

Pensate ad ogni singolo film post-apocalittico di cui avete memoria. Sappiate che lo troverete, in parte, in Oblivion. Una miscellanea inconclusiva di citazioni, voglio chiamarle così,(e vi giuro, sono riusciti a farmi ricordare il disneyano Wall-e) che si scontrano fra di loro, senza produrre qualcosa di qualitativamente buono.

La narrazione prosegue per 124 minuti con una esasperante lentezza, risvegliata solo da qualche esplosione disseminata in due ore in cui lo spettatore vive ignaro del fine a cui gli sceneggiatori erano volti.

Persino il "cattivo" lascia a desiderare, alieno senza spessore, lontano dalle aspettative che uno sci-fi porta con sè.

Peccato.



Echo


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