Proseguendo nel suo percorso di crescita, Po deve comprendere il proprio ruolo, mentre un antico nemico torna sulla Terra in cerca di vendetta e il padre che credeva perduto per sempre compare per ricondurlo alle sue radici di panda.
La saga di Kung Fu Panda sfida il pensiero comune sull'inevitabile fallimento dei sequel, producendo sempre ottimi risultati sia tecnici che narrativi, alternando poesia e ilarità, attraverso sceneggiature vincenti e un esperto team creativo, e anche il terzo capitolo resta fedele alla filosofia dell'amato franchise.
Dal punto di vista narrativo la storia assume il ruolo conclusivo e radunatore di tutti gli elementi che erano stati disseminati nei precedenti capitoli, la sorte della tartaruga Oogwai, la famiglia di Po e il suo ruolo come Guerriero Dragone connessa alla ricerca di se stesso, trovando un collegamento logico e assennato fra di essi e sviluppandolo in una sceneggiatura potente e lieve insieme, alternando senza forzature momenti di puro divertimento ad attimi riflessivi degni di un qualsiasi buon film sul kung fu.
I personaggi che nei precedenti film erano stati relegati in ruoli secondari, ritrovano ora l'importanza che spettava loro, assumendo un ruolo centrale nell'economia della storia come motori emotivi del protagonista, come spinta alla sua crescita di guerriero e alla accettazione del proprio essere.
L'animazione è ancora una volta mozzafiato e visionaria, dalla grande potenza espressiva donata da immagini e ambientazioni splendidamente create e assemblate, dai colori sgargianti di mondi inesplorati o delicati di montagne e fiori, alternando diverse tecniche di disegno e produzione, mentre le inquadrature sono studiate per creare la massima drammaticità.
Un prodotto che ha poco da invidiare ai propri recenti concorrenti e che regala sempre ottime impressioni negli spettatori.
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