giovedì 14 aprile 2016
CINEMATICO: AVE, CESARE!
Dalla trama principale, che in fondo si risolve con ovvia semplicità, si dipanano diverse storie, suddivise quasi in sketch, dove grandi nomi del cinema moderno (Scarlett Johannson, Ralph Fiennes, Channing Tatum e molti altri) si alternano in un cabaret di situazioni assolutamente reali, ma narrate con toni provocatori e visionari, che le trasformano in pantomime sì della cinematografia degli anni '50, ma anche del cinema contemporaneo, nella sua logica consumista.
Il protagonista, il punto fìsso di quest'opera, è il produttore Eddie Mannix (Josh Brolin in un'ottima interpretazione), che vaga per i set nel tentativo di risolvere i problemi che capitano quotidianamente, dall'attrice che rimane incinta senza essere sposata, al rapimento di una delle sue star di spicco, entrando e uscendo da set diversi, lasciando l'antica Roma e immergendosi in un musical marinaresco, uscendone poi per tornare nel suo ufficio, quasi visitando mondi paralleli, creati dalla finzione hollywoodiana che sempre fa sognare tante persone in giro per il mondo.
Nel suo vagare Mannix però deve anche affrontare una grande crisi di coscienza, che lo spinge a rivalutare la sua vita e quel che ha costruito, similmente alla crisi di coscienza del legionario del suo film in produzione, che lo spinge a considerare una nuova offerta di lavoro per un'azienda, il cui rappresentante ammette essere stata legata alle sperimentazioni della bomba h.
I Coen costruiscono una storia che è sia una critica alle meccaniche del cinema, dove i divi devono seguire le direttive pubblicitarie che programmano la loro vita e il loro futuro, dove i meriti non sono distribuiti equamente e le persone nascondono se stesse dietro a bugie e recitazione, e sia un elogio a quest'arte, che incanta e meraviglia sempre, che sempre continuerà a raccogliere intorno a se spettatori entusiasti e sognatori, mostrato senza estremismo di alcuna sorta, ma nel bene e nel male con misuratezza e visione disincantata, esponendo i meccanismi che lo muovono senza nascondere nulla, ma senza celare l'amore che si prova per un buon film, senza privare delle grandi emozioni che una scena ben recitata può smuovere in chi guarda, esibendo quindi il dualismo di quel mondo con irriverenza bonaria.
martedì 12 aprile 2016
CINEMATICO: KUNG FU PANDA 3
La saga di Kung Fu Panda sfida il pensiero comune sull'inevitabile fallimento dei sequel, producendo sempre ottimi risultati sia tecnici che narrativi, alternando poesia e ilarità, attraverso sceneggiature vincenti e un esperto team creativo, e anche il terzo capitolo resta fedele alla filosofia dell'amato franchise.
Dal punto di vista narrativo la storia assume il ruolo conclusivo e radunatore di tutti gli elementi che erano stati disseminati nei precedenti capitoli, la sorte della tartaruga Oogwai, la famiglia di Po e il suo ruolo come Guerriero Dragone connessa alla ricerca di se stesso, trovando un collegamento logico e assennato fra di essi e sviluppandolo in una sceneggiatura potente e lieve insieme, alternando senza forzature momenti di puro divertimento ad attimi riflessivi degni di un qualsiasi buon film sul kung fu.
I personaggi che nei precedenti film erano stati relegati in ruoli secondari, ritrovano ora l'importanza che spettava loro, assumendo un ruolo centrale nell'economia della storia come motori emotivi del protagonista, come spinta alla sua crescita di guerriero e alla accettazione del proprio essere.
L'animazione è ancora una volta mozzafiato e visionaria, dalla grande potenza espressiva donata da immagini e ambientazioni splendidamente create e assemblate, dai colori sgargianti di mondi inesplorati o delicati di montagne e fiori, alternando diverse tecniche di disegno e produzione, mentre le inquadrature sono studiate per creare la massima drammaticità.
Un prodotto che ha poco da invidiare ai propri recenti concorrenti e che regala sempre ottime impressioni negli spettatori.
lunedì 11 aprile 2016
CINEMATICO: PERFETTI SCONOSCIUTI
Il film mette a nudo con profonda freddezza le debolezze umane, stracciando una per una le maschere pirandelliane della quotidianità, eliminando dall'equazione le ipocrisie e le menzogne di cui i protagonisti si facevano forza e lasciandoli alla fine ad affrontare le verità che si rifiutavano di riconoscere.
Ogni personaggio si fa carico di un classico tradimento, diventando esemplare per ogni errore umano, e nel contempo rappresenta una vittima, lasciandosi travolgere dal doppio ruolo assegnato e muovendosi scoordinato da uno all'altro.
Gli interpreti sono eccellenti nel proprio ruolo, Anna Foglietta e Kasia Smutniak, le mogli stanche, Alba Rohrwacher appena sposata al traditore Edoardo Leo, Valerio Mastrandrea e Giuseppe Battiston impegnati a districarsi da una rete di bugie e incomprensioni, Marco Giallini, padre e marito esemplare. Ognuno di essi si immedesima con passione nel ruolo, fra isterismi e attacchi violenti, consapevoli del peso che i propri personaggi portano appresso, che soppesano con diligente sapienza.
Genovese nel ruolo di cosceneggiatore non sbaglia, donando il giusto ritmo alla trama e regalando battute a effetto, a volte però forse dai toni troppo retorici e predicanti, facendosi forza di frasi retoriche già sentite e risentite, ma che comunque non intaccano la resa espressiva.
Purtroppo alla regia si fa allettare dalla banalità di riprese stucchevoli e retoriche, come due anziani che si abbracciano sul terrazzo mentre le coppie si frantumano, o l'eclisse, la ricerca del pathos melensa che non dona nulla in più alla visione, mentre il campo-controcampo e i piani di ripresa non fanno altro che appesantire la pellicola.
In conclusione, una commedia italiana ben riuscita, dalle forti emozioni e dalla caratterizzazione apprezzabile.
domenica 28 febbraio 2016
SPECIALI: GLI OSCAR DEL 2016
Anche quest'anno gli Oscar si sono conclusi, anche se accompagnati da scandali e polemiche, nati fin dall'annuncio delle nomination. La mancanza di minoranze fra di esse nelle categorie di regia e recitazione sono stati i principali argomenti di critica, infiammati da coloro che avrebbero voluto essere parte della notte. Dirò solo poche parole su questo punto. È sempre facile cercare motivi esterni per le proprie sconfitte, e gridare allo scandalo, soprattutto appellandosi a discriminazioni di vario genere, è il modo migliore per essere ascoltati. Ma se la parola "rispetto" è stata quella più sentita, fra interviste e dichiarazioni, è proprio il rispetto a essere mancato. Rispetto per le troupe che hanno lavorato e dato se stesse per un progetto finale che in molti hanno rifiutato di riconoscere, anche gli stessi attori appartenenti ad esso, e rispetto per i nominati e i vincitori. Perchè se Alicia Vikander ora possiede la statuetta dorata o Leonardo DiCaprio finalmente può gioire per un traguardo da fin troppo tempo agognato, non è per qualche lasciapassare gratuito, ma perchè hanno lavorato con capacità e superando i propri limiti con passione e tenacia. È il talento a dover essere riconosciuto e ad aver vinto stanotte. E ora, i meritati vincitori:
MIGLIOR FILM: Il Caso Spotlight
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA: Leonardo DiCaprio (Revenant)
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA: Brie Larson (Room)
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA: Mark Rylance (Il Ponte delle Spie)
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA: Alicia Vikander (The Danish Girl)
MIGLIOR REGIA: Alejandro Gonzales Inarritu (Revenant)
MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE: Spotlight
MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE: La Grande Scommessa
MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE: Inside Out
MIGLIOR FILM STRANIERO: Il Figlio di Saul (Ungheria)
MIGLIOR MONTAGGIO: Mad Max Fury Road
MIGLIOR FOTOGRAFIA: Revenant
MIGLIORI COSTUMI: Mad Max Fury Road
MIGLIOR TRUCCO E ACCONCIATURA: Mad Max Fury Road
MIGLIORI EFFETTI SPECIALI: Ex Machina
MIGLIOR SONORO: Mad Max Fury Road
MIGLIOR MONTAGGIO SONORO: Mad Max Fury Road
MIGLIOR COLONNA SONORA ORIGINALE: Ennio Morricone (The Hateful Eight)
MIGLIOR CANZONE: Writings on the Wall - Sam Smith (Spectre)
MIGLIOR DOCUMENTARIO: Amy
MIGLIOR CORTO DOCUMENTARIO: A Girl in the River: The Price of Forgiveness
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO: Stutterer
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D'ANIMAZIONE: Bear Story
domenica 17 gennaio 2016
CINEMATICO: LA GRANDE SCOMMESSA
Tratto dal libro del giornalista finanziario Michael Lewis, il film segue le vicende di un gruppo di investitori che prima di tutti si resero conto dell'imminente collasso finanziario e decisero di scommettere contro il mercato immobiliare. Individui diversi che entrarono in contatto spesso senza accorgersene, interagendo attraverso una rete di informazioni e di coincidenze, di voci di corridoio e azzardi.
La Grande Scommessa si pone prima di tutto l'obiettivo di chiarire al grande pubblico gli eventi di quel periodo e di rendere accessibili i termini e le modalità di quel sistema bancario, che nella sua corruzione compromise l'economia mondiale. Gli espedienti utilizzati sono di grande intelligenza e simpatia, non curandosi della logica cinematografica tradizionale, ma creando il giusto misto fra documentario, commedia e denuncia. La narrazione viene quindi inframmezzata da spezzoni video di telegiornali e cultura pop di otto anni fa, mentre personalità di ogni genere (da Selena Gomez allo chef Bourdain, da Margot Robbie all'economista Richard Thaler) si incaricano di fornire spiegazioni ai termini più complessi, attraverso esempi fisici di tutti i giorni, richiamati come deus ex machina dalla voce di Ryan Gosling, che ogni tanto si distacca dalla storia per rompere la quarta parete e rivolgersi direttamente alla platea, in una eco di The Wolf of Wall Street.
La storia non presenta eroi, ma uomini medi che seppero prevedere e sfruttare la crisi in modo da uscirne almeno loro vittoriosi, e persone come Mark Baum (Steve Carell) e Ben Rickert (Brad Pitt), disillusi e pessimisti nei confronti di un sistema corrotto, desiderosi solo di ottenere vendetta per i torti subiti.
La regia di McKay è quindi vincente, catturando con simpatia, ma senza perdere di vista l'obiettivo primario, esporre gli eventi come davvero accaddero e l'immoralità che consumò i piccoli risparmiatori per avidità.
Gli interpreti sono stati all'altezza del compito, sia i più esperti che i più giovani, come Finn Wittrock e Hamish Linklater, sul grande schermo Jamie e Porter. Menzione speciale per Ryan Gosling, che fa suo il ruolo di cinico e ambizioso investitore, e di narratore della storia, compito assolto con malizia e piacioneria, e Christian Bale, interprete del manager Burry, eccentrico e problematico nei rapporti interpersonali, che infatti si è guadagnato con merito la nomination agli Oscar.
Un film necessario per ricordare che a pagare tutti i giochi di Wall Street sono le vite di persone innocenti, soprattutto poiché, come ci viene ricordato poco prima dei titoli di coda, i CDO, i prestiti che incominciarono tutto, vengono venduti nuovamente dal 2015 sotto un nome diverso, dimostrando che imparare dai propri errori è l'atto più difficile di tutti.
giovedì 14 gennaio 2016
SPECIALI: NOMINATION OSCAR 2016
MIGLIOR FILM
Spotlight
The Revenant
Room
Brooklyn
Il Ponte delle Spie
The Martian
Mad Max: Fury Road
La Grande Scommessa
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Bryan Cranston - Trumbo
Leonardo diCaprio - The Revenant
Matt Damon - The Martian
Michael Fassbender - Jobs
Eddie Redmayne - The Danish Girl
The Revenant
Star Wars: il Risveglio della Forza
MIGLIOR SONORO
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
lunedì 11 gennaio 2016
SPECIALI: GOLDEN GLOBES 2016
Il 2016 si apre con le premiazioni dei Golden Globes, rendendo chiari i film e gli interpreti papabili alla vittoria degli ambiti Oscar. Subito il nome che salta agli occhi è quello di Leonardo diCaprio, che si è aggiudicato il premio come Miglior Attore Protagonista per Revenant, anch'esso vincitore come Miglior Film Drammatico, che quindi vede brillare la speranza di ottenere finalmente l'ambita statuetta dorata.
Grandi nomi sono quelli che hanno echeggiato durante gli annunci, da Kate Winslet a Sylvester Stallone, mentre per le serie televisive hanno trionfato anche nuove proposte eccezionali come Mr. Robot, considerata serie dell'anno già dai primi episodi.
Andiamo quindi a elencare le premiazioni.
PREMI PER IL CINEMA
Miglior film drammatico: Revenant
Miglior film commedia o musicale: The Martian- Sopravvissuto
Miglior regista: Alejandro González Iñarritu (Revenant)
Miglior attrice in un film drammatico: Brie Larson (Room)
Miglior attore in un film drammatico: Leonardo DiCaprio (Revenant)
Miglior attrice in un film commedia e musicale: Jennifer Lawrence (Joy)
Miglior attrice non protagonista: Kate Winslet (Steve Jobs)
Miglior attore non protagonista: Sylvester Stallone (Creed)
Miglior attore in un film commedia o musicale: Matt Damon (The Martian)
Miglior film d'animazione: Inside Out
Miglior film straniero: Il figlio di Saul
Miglior sceneggiatura: Aaron Sorkin (Steve Jobs)
Miglior colonna sonora originale: Ennio Morricone (The Hateful Eight)
Miglior canzone originale: Writing's on the Wall-Sam Smith (Spectre)
PREMI PER LA TELEVISIONE
Miglior serie drammatica: Mr. Robot
Miglior attrice in una serie drammatica: Taraji P. Henson (Empire)
Miglior attore in una serie drammatica: Jon Hamm (Mad Men)
Miglior serie commedia o musicale: Mozart in the Jungle
Miglior attrice in una serie commedia o musicale: Rachel Bloom (Crazy Rx-Girlfriend
Miglior attore in una serie commedia o musicale: Gael Garcia Bernal (Mozart in the Jungle)
Miglior miniserie o film per la televisione: Wolf Hall
Miglior attrice in una miniserie o film per la televisione: Lady Gaga (American Horro Story: Hotel)
Miglior attore in una miniserie o film per la televisione: Oscar Isaac (Show Me a Hero)
Miglior attrice non protagonista: Maura Tierney (The Affair)
Miglior attore non protagonista: Christian Slater (Mr. Robot)
GOLDEN GLOBE ALLA CARRIERA: Denzel Washington